Segni profondi come cicatrici

Sono passati tanti anni dall’insorgenza della malattia e tutt’ora sul corpo ho segni che mi ricordano cos’è successo.

Per far passare la quadrantopsia destra, pochi mesi dopo la neurite ottica, i medici mi prescrissero due cicli di cortisone: 5 giorni di flebo e 3 settimane di compresse. In quel periodo ero eccessivamente in sovrappeso, ne ero consapevole, non mi piacevo, evitavo di guardarmi allo specchio e non mi pesavo ormai da anni. Una sera prima di entrare in doccia notai delle smagliature rosse sulla pancia e sui fianchi che fino al giorno prima non c’erano. Il cortisone mi stava facendo passare i sintomi ma per il resto era un disastro. In quelle settimane non facevo altro che  dormire, mangiare e gonfiarmi, avevo l’umore a terra, per ogni minima cosa mi innervosivo, ero scontrosa, non mi sopportavo. La comparsa di queste nuove smagliature non mi aiutò, provai a trattarle in tutti i modi, spendendo una marea di soldi in creme e oli di tutti i tipi ma niente, non migliorarono nemmeno un po’.

A maggio del 2012 iniziai la terapia per contrastare e tenere “buona” la malattia. La cura prevedeva una puntura al giorno sotto cute con l’aiuto di un auto iniettore, fortunatamente l’ago era molto sottile e quasi non si sentiva. Le infermiere mi spiegarono i punti dove iniettare il farmaco, dovevo ruotare ogni giorno tra ventre, natiche, cosce e braccia. Inizialmente prediligevo le braccia, le natiche e la pancia, successivamente provai più volte sulle gambe ma la puntura provocava la fuoriuscita di  enormi bozzi rossi accompagnati da un forte prurito. Alla fine scelsi di continuare solo su pancia e natiche, per molti anni.

Non potevo fare cosa più sbagliata.

Mi resi conto che in quei  punti sulla pelle si erano create delle  “fossette” dovute  chiaramente alle punture, eppure stupidamente pensavo “prima o poi spariranno”.  Si formarono cicatrici fibrose: sono la conseguenza inevitabile di qualsiasi lesione tissutale. Il tessuto fibroso cicatriziale presenta sempre un’organizzazione più disordinata del tessuto originario e questo può dar luogo a danni estetici o funzionali rilevanti. 

In questi anni sono cambiata parecchio, la malattia mi ha stravolto la vita, mi ha fatta crescere, maturare e i segni che ho sono lì a ricordare che è successo qualcosa al mio corpo. Se vorrei farle sparire? Certo! Ma ormai fanno parte di me, sono li a ricordarmi ogni giorno contro cosa sto lottando.

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